Il Dottore                  di Kiko Corradini

    Leggendo questo titolo credo che ci siano parecchi miei ex compagni di squadra che pensano: ".....Dio mio quel deficiente ha deciso di raccontare anche queste cose......". Tranquilli amici miei, questo è un altro racconto.

    Vi voglio raccontare di amicizia vera, di identità di sensazioni, di piccole cose che ti riappacificano con il mondo, di piccoli piaceri e di un comune sentire che ho vissuto, e che vivo tuttora ogni volta che i casi della vita mi fanno reincontrare o solo risentire per telefono Lucio Montone.

    Lucio è stato il Responsabile Medico della squadra per moltissimi anni; lo incontrai al S. Orsola dove lavorava perché mi fece una visita di controllo dopo una broncopolmonite che presi all'inizio del campionato del 1975; quello fu l'anno che giocò per noi Craig Minetto, un maledetto "sparafulmini" che tirava più forte di me. e che in quel campionato tirò 253 strike outs (record tuttora imbattuto); pensate, è come se avesse eliminato da solo tutti i battitori di 9,3 partite!! 

    Anch'io non andavo poi tanto male perché di strike out nei tre anni precedenti al '75 ne avevo tirato una media di 200 l'anno e se avessi avuto l'opportunità di giocare nel 75, invece che pensare a farmi curare della broncopolmonite (*@!§), insieme avremmo eliminato al piatto quasi 460 battitori!!!.......e molto probabilmente la Fortitudo avrebbe vinto il campionato anche quell'anno, pazienza.

    Pazienza......come ricorre spesso questa parola in un lanciatore!!! E come deve ricorrere spesso nella vita di un uomo!!! Ecco forse perché il baseball è il "gioco della vita".

    Ritorniamo al mio Amico Lucio Montone. Cominciò a vedere qualche partita, conobbe i "ragazzi", si trovò bene assieme a noi e divenne il nostro Medico Sociale.

    E che medico era!! Riusciva a trovare soluzioni per tutto perché, appassionandosi al baseball, conosceva profondamente le meccaniche dei movimenti, i muscoli, le ossa ed i tendini interessati, a qualsiasi gesto atletico del nostro sport, per cui quando gli dicevi "...Lucio ho un male della Madonna qua...." sapeva già da cosa dipendeva, e cosa fare per curarti.

    Con l'andare del tempo diventò un punto fisso per tutti noi e per le nostre famiglie, perché per lui fare il medico della squadra non era solamente un lavoro, ma significava mettere a disposizione il suo sapere e la sua esperienza per gli amici e le loro famiglie. Non sono mai riuscito a sapere quante specializzazioni avesse Lucio e sinceramente a noi tutti non importava nulla perché sapevamo che quando avevamo un problema lui c'era....sempre!! Ogni tanto facendo chiacchere saltava fuori che oltre ad essere specializzato in chirurgia era anche medico dello sport, ginecologo (non vi dico le battute perché lui aveva in cura le nostre mogli), chirurgo estetico e non so quale altra diavoleria di specializzazione avesse, ma soprattutto per noi era LUCIO.

    Come sempre avviene nelle squadre si formano delle coppie che, con l'andare degli anni, diventano fisse (per dormire, per giocare a carte durante le trasferte etc.) e le nostre mogli ci rimproveravano che tenevamo di più al nostro compagno di camera che a loro.

    Il mio compagno di camera era Lucio, forse perché facendo il lanciatore ero quello con più acciacchi, ma soprattutto perché la nostra coppia era perfettamente mixata, e lui aveva anche la capacità di mandarmi a stendere quando si accorgeva che cercavo in lui sicurezze sul mio stato fisico che dovevo invece trovarmi da solo; pazienza, ora che ci penso forse ero anche un po' viziato.

    Alla sua responsabilità avevamo consegnato, oltre che la vigilanza sulla nostra salute, anche la qualità degli alberghi dove dormivamo, gli orari, la qualità e la quantità del cibo che dovevamo mangiare, e qualche volta ci lamentavamo con lui del colore del pullman o della scomodità dei sedili.
Lui aveva una pazienza infinita..............e qualche volta ci mandava a cagare.

    Non scorderò mai che a Grosseto Toro aveva l'unghia dell'alluce del piede sinistro che era tutta ammaccata a causa di una botta violentissima che aveva preso (forse si era "sprizzato" una battuta su un piede) ed il poverino si lamentava per il dolore ed anche per l'aspetto del suo povero ditone.......eravamo in ristorante.

    Lucio lo fece sfogare un po' e poi con una forchetta ed un cucchiaio.......tolse a Toro l'unghia ammaccata!!!

    Era un uomo dalle decisioni rapide Lucio come quella volta che Toro, sempre lui, andò in ospedale per farsi dare un'occhiata perché non stava benissimo e dopo un paio d'ore usciva dalla sala operatoria senza l'appendicite. In quell'occasione in segno di solidarietà decisi di radere Toro perché aveva la barba di qualche giorno e lo scuoiai.

    Dopo la partita a Grosseto era molto tardi, c'era molto caldo e ne Lucio ne io avevamo trovato l'abbrivio per un sonno ristoratore; ci trovammo verso mattina per le strade di Grosseto a camminare e a ragionare della vita (?!?) e certamente anche a parlare di cose un po' più leggere....indovinate Voi di che cosa; realizzammo però quasi allo stesso momento che nonostante la cena del dopopartita di mezzanotte, ci era venuta fame.

    Trovammo un "bugigattolo" di osteria che stava chiudendo (erano circa le tre del mattino) e dopo molte insistenze, molti soldi e qualche minaccia, convincemmo l'oste a darci una grossa pagnotta, peraltro ormai mezza secca, un pezzo di pecorino ed un fiasco di vino.

    Aspettammo l'alba seduti su una panchina a mangiare pane e formaggio e a bere dal fiasco e ci sembrò che quelli fossero il mangiare ed il bere più buoni del mondo; ricordi e sensazioni che non dimenticherò mai ma anche sapori che difficilmente riuscirò a risentire perché erano "conditi" dalla soddisfazione della vittoria, da un'amicizia vera e dal fatto che sapevo che il giorno dopo non avrei dovuto giocare perché il mio dovere lo avevo già fatto!!