Lo Speaker's Corner
Nettuno, 17-18 maggio 2002
Nettuno vs. ITALERI
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Dicono che il baseball è il gioco della vita. Sul campo, ed intorno ad esso, si dipanano situazioni che sono microrappresentazioni di eventi che accadono nella vita di ognuno di noi.
Qualche esempio?
Il catcher chiama il lancio, ma è il pitcher che deve effettuarlo correttamente (se anche hai la fortuna di avere qualcuno che ti dice che cosa devi fare, sei poi sempre tu che devi farla).
Il battitore ottiene una valida, può essere veloce e guadagnare qualche base, ma senza un compagno che lo spinga difficilmente arriva a casa (il valore della tua performance non può prescindere dall'ambiente in cui la fornisci).
Il manager applica una particolare strategia in una determinata situazione, ma per quanto geniale sia, non avrà successo senza la corretta esecuzione dei suoi giocatori (veniamo spesso giudicati in base ai risultati che otteniamo, anche se essi non dipendono solo da noi).
E così via.
Ed esattamente come nella vita, un qualunque fatto non ha un valore assoluto di per sé, ma diventa fondamentale come noi lo interpretiamo, lo percepiamo, lo viviamo.
La famosa storia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno.
Anche la trasferta di Nettuno può rientrare in questa casistica, perché se è innegabile che un doppio successo in casa dei Campioni d'Italia chiunque di noi lo avrebbe pre-sottoscritto al volo, specialmente dopo il doppio passo falso interno col Modena della settimana prima, si può anche affermare che l'occasione per afferrare la tripletta era assolutamente alla nostra portata.
Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Decidetelo voi stessi, anche sulla base dei seguenti elementi.
Il recupero di martedì a Codogno ha precluso al Nettuno la disponibilità di un Vigna al 100%. Questo ha pesato a nostro favore sull'esito di gara uno.
Milano, inefficace sul monte, ha perso per la seconda volta agli extrainning.
Non mi dilungo sui dettagli, ma sottolineo un'ovvietà: Bagialemani non è Faraone.
Pesanti assenze nel Nettuno: Carvajal, Ricci e Masin. Sul monte sale per garatre il diciottenne Costantini (sulla sua divisa, lo stesso numero 44 che portava suo padre, nostro avversario storico negli scontri mitici degli anni settanta che spesso causavano risse in campo e fuori), rilevato tra gli altri dal battitore designato Casolari e dal coach Cianfriglia. Per vincere quell'incontro però dobbiamo aspettare l'ottavo inning, e in effetti lo perde Salciccia (lanciatore "legittimo").
Ancora alla ricerca della migliore condizione, i nostri battitori hanno però saputo colpire quando era necessario in almeno due partite su tre. In gara due, abbiamo sprecato moltissime occasioni per andare in vantaggio, abbiamo anche tentennato in difesa, e alla fine avremmo comunque potuto vincerla.
Shinada ci ha regalato una prova di grandissimo carattere. Colpito subito dai nettunesi al primo giro del lineup, è cresciuto in efficacia man mano che l'incontro procedeva. Al nono tirava meglio che al primo (sei K agli ultimi sette battitori affrontati!). Se avessi a disposizione un database del nostro campionato, mi piacerebbe andare a vedere chi altri, nella storia, è riuscito a rifilare tredici strikeout ai nettunesi, a casa loro. Una performance che profuma di record.
Newman, poi, è stato il mio personale eroe del weekend. Ha faticato moltissimo a trovare l'area dello strike (senza alcuna responsabilità dell'arbitro di casa base), ha portato al conto pieno la maggior parte dei battitori avversari, ma alla fine è rimasto in campo nove riprese tenendoci in partita. Io non tengo il conto dei lanci, ma mi hanno detto che ne ha effettuati 170! Se quando non è in palla è capace di estrarre dal suo cilindro prestazioni di questo genere (alla fine ben nove strikeout, otto valide con cinque basi per ball, e soli tre punti, tutti guadagnati), auguri a chi lo incontrerà quando gli entrano meglio i lanci.
Sotto quattro a tre, sabato sera, Mazzotti ha schierato sul monte Nava e poi Corradini. I due non hanno concesso punti nelle quattro riprese finali dell'incontro, e questa non è una notizia di poco conto. Come si diceva qualche tempo fa, dopo tre turni con neopromosse e ripescata, il nostro "campionato vero" cominciava a Nettuno. E se nel "campionato vero" quei due si comportano così, credo ci sia davvero da gioirne.
A proposito di Corradini, la sua presenza sul monte è classificata nel boxscore ufficiale come "RF", cioè rilievo finale. Ma perché? Se Nava è salito sul monte sotto di un punto, è sceso col risultato in pareggio, e subito dopo che lui ha finito i suoi due inning l'Italeri ha segnato tre punti, la vittoria è sua. Ma se Corradini è entrato ad inizio ottavo sul risultato di sette a quattro, non capisco perché non debba essergli accreditata una salvezza.
Lo scenario in cui si inserisce il doppio colpo di Nettuno è inusuale. L'impressione che anche le squadre "di seconda fascia" abbiano molto da dire è confermata, questa settimana, dalle due vittorie del Modena sul Rimini (attenzione al Modena, che nonostante due sconfitte interne con l'Anzio, è sesto in classifica avendo già affrontato Nettuno, Bologna e Rimini), e la stessa tripletta del neopromosso Codogno ai danni dell'Anzio conferma la buona impressione che i lombardi diedero di sé al Falchi in apertura di stagione.
Sembra che tutte le squadre abbiano ancora da completare il loro roster, come del resto accade ogni anno (il sito del Rimini questa settimana ha praticamente "ricusato" Moceri definendolo "non certo il pitcher partente adatto alle ambizioni della Semenzato"; il Nettuno sta ancora aspettando un altro lanciatore oriundo; il Parma ha licenziato in tronco Sean Mulligan (ho sentito dire che è stato per via di un "elenco di cose che non vanno" fornito per iscritto dal catcher americano, che non è stato gradito dal management dei ducali; beh, francamente pagherei 50 euro per dare un'occhiata a quella lista!) e nel giro di tre giorni è "spuntato" un altro straniero (bravi!); e così via. E noi?
Anche noi, potendo, avremmo qualcosa da ritoccare. Pur restando convinti di aver costruito una "squadra da finale", ci stiamo accorgendo che non siamo gli unici! La classifica propone già una netta divisione in due gruppi, con cinque squadre a far parte del primo. Di quelle cinque squadre, che hanno già tutte avuto occasione di mostrare la loro forza complessiva ma anche i loro punti deboli, almeno una non entrerà nemmeno nei playoff. Gli scontri diretti varranno più del solito doppio, in questa ottica. Dopo la trasferta di Anzio, ne avremo tre in fila (Grosseto, Parma e Rimini prima della sosta), che ci porteranno alla famosa scadenza del 30 giugno, entro la quale il viavai degli stranieri dovrà cessare per regolamento. Prima di quella data, credo che la squadra dovrebbe cercare di dotarsi di un battitore più adeguato di Seal (il ruolo difensivo è secondario, perché le opzioni a disposizione sono fortunatamente diverse) e di un lanciatore che permetta allo staff di non arrivare spompato ai playoff. Anche Dalton ha dato segni di cedimento, con un paio di errori nella terza partita (i primi della sua stagione) che mi hanno fatto pensare che forse il trittico gli pesa, ma se siamo disposti a ridimensionare le nostre attese rispetto al suo apporto (ha il giro di mazza per cacciarla fuori, gioca un'ottima difesa e abbiamo pur sempre un asso nella manica di nome Dall'Olio per ogni evenienza) probabilmente dovremo convenire che non è il principale dei nostri problemi. Mi sembra invece che Shinada, con la sua partenza di Nettuno, abbia apportato un consistente mattone alla costruzione della sua conferma, e del resto basta guardare le sue statistiche vita per rendersi conto che ogni volta che è stato promosso alla Major League giapponese ha tribolato parecchio, ma ogni volta che è tornato nella serie inferiore ha più o meno dominato. Non credo che il campionato italiano possa ritenersi di livello superiore al triplo A giapponese. Con gli stranieri, al di là delle incognite sulla loro effettiva bravura, bisogna poi sempre fare i conti con il rischio che arrivino in Italia convinti di recarsi a fare una vacanza retribuita nel Burundi del baseball (come ci diceva l'anno scorso Wakita, in Giappone non sanno nemmeno che esiste un campionato di baseball in Italia). Se questo accade, un po' di tempo è il minimo che ci vuole per rimediare, e mi sembra che probabilmente Ayahito sia, tra i nostri tre stranieri, quello che più ha lavorato in questo senso. Anzi, azzardo anche un risvolto psicologico, di puro istinto: Shinada è quello dei tre che ha più voglia di esserci.
Non mi resta che dirvi qual è la mia sensazione sulla storia del bicchiere.
Il bicchiere è pieno per tre quarti.------------------
P.S. Nel Corner della scorsa settimana, ho scritto alcune inesattezze, e alcune mie affermazioni inerenti il regolamento sono state oggetto di discussione. Mi preme però precisare che, a differenza di quanto ho scritto, non è stato il prima base Laffi (che rimane comunque un mito...) a far cadere la famosa palla sul bunt alzato in pop da Dall'Olio, ma William Lucena, spostato dalla terza base proprio in quell'inning. Allora, vorrei dire, non sono più tanto sicuro che l'abbia fatta cadere apposta...
2002 Speaker's Corners:
7 maggio: Firenze - Italeri
29 aprile, Italeri - Codogno
10 aprile, preseason
3 marzo, preseason
7 gennaio, preseason- - - - - -