Fortitudo Baseball
Grosseto,
11-12 maggio 2001
Sintomi. Era già successo a Modena, e a Grosseto, per la seconda volta quest'anno, abbiamo sentito tifosi della squadra avversaria rivolgersi all'arbitro di casa base, reo a loro avviso di aver sbagliato una chiamata favorendo così la Fortitudo, con una frase di questo genere: Non aiutarli, perché non ne hanno bisogno! E a noi che eravamo lì, è venuto subito in mente quante volte la stessa frase è stata pronunciata a Bologna, nel passato, quando a farci visita erano il Rimini, o il Nettuno, o il Parma, o una squadra che comunque ci precedesse di molto in classifica. E', credo, la migliore attestazione di valore che si possa ricevere dai tifosi avversari. Ciò non toglie che ce ne torniamo da Grosseto con due sconfitte, maturate quando pensavamo di aver già superato l'ostacolo più duro (Otis Green, battuto tre a zero da un meraviglioso Wakita). La squadra che era riuscita a prevalere in sfide che sembravano già perdute, quella stessa squadra che solo una settimana prima aveva rimontato per due volte il Nettuno con Vigna sul monte, che aveva fatto vedere i sorci verdi a Guillermo Larreal del Paternò (che sta dispensando dispiaceri a ripetizione agli avversari che lo affrontano, infatti ha già battuto Nettuno, Caserta, Grosseto e Parma), e che solo la sera prima aveva lasciato a zero il Grosseto di Otis Green, si è infranta contro i lanci di Ginanneschi (alla sua prima partenza stagionale, nove riprese lanciate, un solo punto incassato, a causa di un balk) e De Santis (7.57 di PGL, 36 valide in 27.1 inning, una vinta e quattro perse finora -- contro di noi, complete game con due valide nelle prime sette riprese). E riguardando le cifre del weekend, risulta impressionante la carestia di valide che si è abbattuta sul nostro lineup. Guardiamo qualche numero. Gli stessi battitori che hanno portato l'Italeri al primo posto delle classifiche di squadra del campionato (197 su 573, .344 di media), a Grosseto si sono espressi così: venerdì sera, 4 su 28 (.143); sabato pomeriggio, 4 su 33 (.121); sabato sera, 5 su 31 (.161). Totale weekend: 13 su 92 (.141). In particolare, il cuore del lineup, cioè i battitori che occupano abitualmente dal terzo al sesto posto nell'ordine di battuta, hanno collezionato un singolo su trentanove turni. Sbalorditivo, direi. Questi numeri comprendono una partita vinta per tre a zero e una persa al supplementare, da cui si evince che senza le clamorose prove sul monte di lancio di Wakita (complete game shutout per lui, la seconda dell'anno dopo Modena, con 13 strikeout e solo tre valide e due basi su ball concesse) e di Newman (splendido in gara due, ancora sul monte al decimo inning avendo incassato un solo punto), avremmo potuto anche subire per tre volte la sorte che ci è toccata in gara tre (sotto 11 a 2 a inizio nono).
Ora, non saprei da che parte cominciare se dovessi azzardarmi a trovare una spiegazione a cifre del genere. Però non ho alcuna difficoltà a trovare spunti di ottimismo. Primo, perché è solo evidente che i risultati ottenuti in attacco non rispecchiano minimamente il valore dei battitori che li hanno (o meglio, non li hanno) ottenuti a Grosseto. Da questo ipotizzo che si sia trattato di un temporaneo blackout collettivo, di cui forse per scaramanzia non si voleva parlare fino a ieri, ma che, da una squadra che ha giocato a livelli eccelsi fin dall'inizio del campionato, arrivando a compilare un record di 14 - 1 nei primi cinque weekend, mi sembra si possa anche accettare con serenità. Non c'è dubbio che, fin dal prossimo weekend, il desiderio di riscatto sarà fortissimo, e l'arrivo al Gianni Falchi della capolista Rimini offre un ottimo test per verificarlo. Secondo, perché il livellamento nei valori medio alti dei nostri avversari ci lascia al secondo posto con un buon margine di vantaggio. Ci segue in classifica il Caserta, che occupa solitario il terzo posto, ma a cinque partite di distacco dalla Fortitudo. Segue al quarto posto, con una vittoria in meno, un terzetto composto da Nettuno, Parma e Grosseto. Nei prossimi turni si svolgeranno diversi scontri diretti tra queste quattro squadre, da cui è comunque sensato aspettarsi battaglia senza quartiere fino all'ultimo respiro. L'Italeri di quest'anno, però, è ben attrezzata per affrontare qualunque sfida.
Semmai, se dovessi indicare un aspetto critico che appare più ricorrente dell'occasionale carenza in battuta registrata in Maremma, proverei ad analizzare le prestazioni dei nostri lanciatori italiani. Non è la prima volta che affronto l'argomento, ma registrata l'assenza di apparizioni sul monte di Ricky Corradini, credo per problemi fisici di cui non so nulla, e che il ritardo di condizione di Fabio Betto si protrae nel tempo (quando lo vedo salire sul monte, mi aspetto sempre prestazioni maiuscole, perché ha una conformazione fisica ed un look da vero dominatore, e stiamo pur sempre parlando dell'àncora della nostra rotazione del 2000), comincio a dubitare della casualità, quando guardo che cosa riesce a mostrare Mura quando lancia dal monte di casa e provo a paragonarlo alle sue prestazioni in trasferta. Cristian è un pitcher dotato di grandi mezzi, e noi lo sappiamo perché da due anni ci fa vedere, incostantemente, cose meravigliose. L'anno scorso si è ampiamente meritato la convocazione in Nazionale. Però, considerate questo. Col Parma ha tenuto il monte per sei riprese incassando un punto. Col Paternò, sette riprese e due punti. Contro il Nettuno, ha concesso un punto nelle prime otto riprese. Fin qui le sue prestazioni casalinghe, che francamente mi comprerei per tutto il resto del campionato. E in trasferta? Ad Anzio non ha finito la prima ripresa. A Modena, non ha finito la quinta. E a Grosseto non ha finito la seconda. Ora, mi sembra di poter fare due osservazioni: 1) la squadra con cui ha lanciato meglio è la più forte che ha incontrato; 2) è evidente che c'è un problema quando si tratta di affrontare un pubblico ostile. Cristian ha venticinque anni, più o meno l'età in cui si cominciano ad assaporare le gioie della vita (invece di divorarle, come si fa prima). Credo che stia entrando nel periodo giusto per cominciare a rendersi conto che ha la possibilità di realizzare qualcosa di importante nella sua carriera sportiva. E' palesemente dotato dei mezzi fisici, dell'intelligenza e della serietà che gli servono, ma forse non ha ancora raggiunto la consapevolezza della sua forza. Io lo sto aspettando con il sorriso sulle labbra, e quando lo vedrò dominare serenamente avversari e pubblico in una gara importante in trasferta vorrò essere il primo a congratularmi con lui, perché Mura è quel tipo di persona la cui conoscenza ti migliora l'umore.
Sul fronte lanciatori, peraltro, abbiamo anche note molto positive. Si continua a dibattere sull'ampiezza del repertorio in dotazione a Wakita (pronuncia: Wàkità), ma voglio far notare che a Grosseto, come già avevo detto dopo la trasferta di Modena, abbiamo avuto da lui la migliore prestazione da quando è con noi. Non c'è dubbio che sappia stare sul monte, e se qualche volta concede una battuta lunga agli avversari, gioca però (a differenza di Donnie Schmidt lo scorso anno) in una squadra che può fornirgli il run support necessario a farlo diventare uno dei pitcher più vincenti del campionato. E che dire di Newman? Lancia la sua partita con autorità (a Grosseto è stato fantastico, e il fatto che risulti il perdente di quella gara non fa che confermare che la statistica vinte - perse per un pitcher non è certo tra le più indicative del suo valore), e nelle altre due gare ci fornisce un ottimo esterno centro, con buon range difensivo, braccio accuratissimo, e mazza rispettabile. Mi sembra evidente che Danny Newman sia finora il principale responsabile del salto di qualità effettuato dalla Fortitudo di quest'anno.
Due parole sul pubblico di Grosseto. Dal momento che ci sono diversi amici (per primo vorrei citare il grande Vic Luciani, che vive là e che consideriamo sempre uno di noi), l'atmosfera è di solito abbastanza distesa, quanto meno rispetto alle storiche battaglie che hanno visto opposte le nostre due tifoserie nei decenni passati. Però registro una costante lamentazione verso gli arbitri per qualunque chiamata, anche le più ovvie (anche se sappiamo che spesso questo è un comportamento inteso a condizionare gli arbitri a proprio vantaggio, altrimenti dovrei pensare che a Grosseto gli oculisti non fanno bene il proprio lavoro), ma soprattutto una fastidiosa attitudine a sbeffeggiare i giocatori avversari. Inoltre, dal momento che io faccio lo speaker allo stadio di Bologna, mi sento di poter dire francamente che non è necessario aver studiato a Cambridge per riuscire a trattenersi dal desiderio di enfatizzare volgarmente il nome del lanciatore avversario che ha appena perduto una partita, indipendentemente dal fatto che abbia fatto schifo o che abbia lanciato splendidamente, come è stato il caso di Newman. Detto questo, vorrei però anche aggiungere che noi non siamo esenti da colpe. Al seguito di una squadra in trasferta ci vanno i tifosi, i dirigenti e gli accompagnatori vari, ma anche i parenti dei giocatori (includiamo ottimisticamente in questa categoria anche le fidanzate). Quest'ultimo gruppo sta tradizionalmente in posizione defilata, più vicino possibile ai propri cari (nel caso del nostro sport, sopra il dugout ospite), ed è buona norma, quasi universalmente seguita, lasciarli stare, perché tutti sanno che più che per amore dello sport essi sono presenti per amore di qualcuno che sta in campo. D'altro canto, i parenti legittimano dovunque questo trattamento speciale facendo un tifo molto contenuto, e soprattutto evitando accuratamente di entrare in polemica con i tifosi avversari. Questo succede in tutto il mondo. La necessità che questo comportamento venga rispettato è evidente: se, poniamo, Wakita vede dal campo che un tifoso di, poniamo, Anzio mi sta prendendo a schiaffi, può darsi che simpatizzi per me, ma se è anche solo mediamente intelligente eviterà di intervenire solo perché gli sono simpatico (come spero e credo). Ma se sua sorella lo viene a trovare dal Giappone, e lui la vede presa a sberle da un energumeno in mezzo alla tribuna, non credo che si metta a pensare più di tanto al comportamento più conveniente da tenere nella circostanza: probabilmente si precipiterà sugli spalti per difenderla. E se questo gesto dovesse costare a lui, ed eventualmente ai suoi compagni che l'hanno seguito (lo spirito di squadra non è presente da nessuna parte più che in una squadra), poniamo, una lunga squalifica che danneggerebbe gravemente la società, tutti noi potremmo consolarci solo pensando che la povera sorellina indifesa non aveva fatto niente di male. Certo, se invece la sorella di Yoshi si fosse messa a polemizzare ad alta voce con i tifosi avversari, magari con il corollario di qualche commento pepato o addirittura di qualche insulto (forse l'esempio non è perfetto, escludo che parli l'italiano), a noi verrebbe naturale addossare a lei una bella fetta di responsabilità per l'accaduto. Quindi, per favore, mamme, papà, mogli e fidanzate che venite a vedere i vostri ragazzi allo stadio, ricordatevi sempre che voi non siete tifosi qualunque, e non lasciate mai che il tifo prenda il sopravvento sul vostro status. Sono contento di aver potuto parlare di questo argomento adesso, perché in realtà a Grosseto non è successo niente.
Insomma, l'anno scorso con il Rimini a Bologna c'era davvero il pubblico delle grandi occasioni. E quest'anno (pioggia permettendo, mi viene da dire)? Che ve ne pare di uno scontro tra due squadre divise da un solo punto per il primato in classifica? Non voglio certo mettere le mani avanti, se ipotizzo che più che per il primato i nostri giocatori scenderanno in campo per recuperare la grinta e determinazione che per la prima volta si sono appannati a Grosseto. Se questo accadrà, sono certo che anche il weekend contro i campioni non sarà privo di soddisfazioni per la squadra guidata dall'allenatore che ha riportato lo scudetto a Rimini dopo sette anni, Mauro Mazzotti. Noi, di sicuro, faremo del nostro meglio per sostenerli. La curiosità è alle stelle.
Past Speaker's Corners:
4-6 maggio 2001: Italeri - Nettuno
27-28 aprile 2001: Modena - Italeri
20-21 aprile 2001: Italeri - Paternò
13-15 aprile 2001: Anzio - Italeri
6-8 aprile 2001: Italeri - Parma
Precampionato - marzo 2001
Precampionato - febbraio 2001
Precampionato - gennaio 2001