Lo Speaker's Corner
Bologna, 26 - 27 luglio 2002
ITALERI vs. Nettuno
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Un weekend di grande interesse, quello appena trascorso al Gianni Falchi, che non ha deluso le attese. Quando viene a trovarti il Nettuno, se sei un tifoso di baseball, è sempre un evento. Se poi il Nettuno è Campione d'Italia, come quest'anno, hai un motivo in più per attenderti spettacolo di alto livello. Il fatto che al venerdì sera ci sia la televisione a riprendere la partita aggiunge certamente qualcosa in più. Se infine capita che la tua squadra sia prima in classifica a pari punti con loro, allora hai tutte le ragioni per aspettarti il massimo. Eppure, nonostante le aspettative fossero altissime, le tre partite hanno offerto anche qualcosa in più.
Certo, è stato importante ricevere da Shinada un'ulteriore conferma del fatto che con lui sul monte l'Italeri è in grado di giocarsi la gara riservata ai lanciatori stranieri contro i nomi più altisonanti del nostro campionato. Il risentimento alla coscia sinistra che lo ha tolto dalla partita durante l'ottavo inning dovrebbe essere di entità tale da non pregiudicarne la presenza contro l'Anzio, dopo due settimane di sosta. Abbiamo d'altra parte verificato che il Nettuno, se non è costretto ad utilizzare Vigna come rilievo in una delle prime due partite, può schierare come partente italiano uno dei migliori pitcher in circolazione. Diversi nostri battitori hanno confermato il loro momento di forma (vorrei citare per questa volta solo Liverziani, che venerdì sera, dal box di battuta, ha regalato al folto pubblico del Falchi e a quello televisivo una prestazione impressionante). Dalton, anche lui davanti alle telecamere, ha rubato un valido a D'Auria con una giocata da Major League. Sheldon ha fatto il suo rientro dopo l'infortunio, colpendo efficacemente nel box e mostrando già piena forma in difesa. Tutti i rilievi si sono comportati bene. In ultima analisi, abbiamo vinto due partite su tre, e questo ci lascia da soli in testa alla classifica, anche se con una sola gara di vantaggio rispetto ai nettunesi e al Rimini, che ha battuto tre volte una squadra tosta come il Modena. Tutto bene, quindi.
Ma io ho soprattutto voglia di ragionare su quel qualcosa in più che il weekend ci ha offerto, nella partita di sabato sera. Abbiamo infatti avuto, tutti quanti noi ma soprattutto i giocatori e i tecnici in campo, la possibilità di fare "esperienza di playoff" in una gara di regular season, e questo è un bonus che non va sprecato, soprattutto per una squadra come la Fortitudo, che quest'anno ha cambiato quattro titolari in campo su otto, e quindi sta presumibilmente ancora registrandosi, in termini di amalgama e di "spirito di squadra". Dopo aver vinto le prime due partite, sapevamo benissimo che il Nettuno avrebbe dato l'anima per rifarsi in gara tre. La rotazione degli arbitri ha portato dietro al piatto di casa base quello sicuramente meno in forma. Il catcher nettunese Patrone, vero maestro della lamentazione reiterata, ha dato il meglio di sé quando più serviva, ed è stato, credo, una spina nel fianco dell'arbitro (e dei nostri battitori e del pubblico) per tutta la partita. Alla stanchezza si è pian piano sovrapposta la tensione. Alcune normali discussioni hanno preso toni più accentuati di quanto il merito giustificasse. Il vecchio Juan Carlo ha tirato qualche lancio in direzione delle mani dei nostri battitori, ottenendo in un paio di occasioni addirittura delle chiamate di strike (una splendida, su Landuzzi colpito). Abbiamo assistito a decisioni arbitrali revocate e poi ripristinate. Ad un certo punto Mazzotti è entrato in campo per discutere con l'arbitro di casa base, ma non ci è riuscito perché gli è toccato invece trattenere Radaelli. Abbiamo infine avuto una inaspettata rappresentazione di una riconosciuta specialità nettunese, il bench clearing. All'uscita dal campo, l'altro catcher laziale Barboni ha fatto un'ottima imitazione del vecchio Costantini, il padre del promettente lanciatore nettunese, che nella sua gloriosa carriera ha mostrato il dito svariate volte in direzione delle tribune del Falchi. In tutto questo marasma, com'è andata la gara vera? Abbiamo perso sette a due, senza mai essere stati in partita. Inoltre, due dei nostri, e solo loro, sono stati espulsi (Radaelli e Dent).
Che cosa voglio dire, mi sembra evidente. Non c'è proprio niente, sia chiaro, di cui lamentarsi. Il Nettuno ha vinto la partita con pieno merito, ma nel frattempo ci ha fatto un regalo che non dobbiamo sprecare. Ci ha dato un'anteprima dell'atmosfera dei playoff, di cui i nostri potranno fare tesoro. Quando si farà sul serio, l'aspetto tecnico sarà solo uno dei componenti del mix. Non basterà avere dei buoni giocatori, saranno necessari buoni giocatori che sanno dare il loro meglio anche sotto pressione, quella pressione che gli avversari, gli arbitri, il pubblico avverso e la sfortuna ti possono mettere addosso. Questa era una gara di regular season, probabilmente più importante per loro che per noi. Però sembrava di essere tornati alle semifinali dello scorso anno. Allora, vincemmo largo gara uno, perdemmo per sfiga gara due (il rimbalzo falso davanti a Dallospedale) e poi ne perdemmo altre tre di fila in trasferta. La pressione e la stanchezza non montano mai insieme per le due squadre, nel corso di una serie. C'e sempre una squadra che comincia a sentirle per prima. Siccome le quattro squadre che arriveranno ai playoff di quest'anno saranno tutte tecnicamente degne della finale per il titolo, la capacità di giocare sotto pressione potrebbe essere proprio il fattore che farà la differenza.
Davanti agli spogliatoi, a fine weekend, ho sentito Barboni, che prima di salire sul pullman si era attardato a discutere con il mio amico Ortensi (l'uomo delle musiche), pronunciare la seguente frase: "Il fatto è che noi siamo forti, e voi non siete niente" (non ha detto proprio "niente", ma non è questo il punto). Vediamo se da qui a ottobre riusciamo a fargli cambiare idea.
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Al seguito del Nettuno, questo weekend a Bologna, c'era una troupe televisiva americana che sta girando un documentario sul baseball italiano. Sono qui da un mese. Ci hanno detto che al Falchi c'è l'atmosfera più "americana" che abbiano visto nel nostro Paese. Hanno fatto complimenti per le musiche, e hanno inutilmente cercato di farmi cantare una inesistente versione italiana di Take Me Out To The Ballgame. Registro i complimenti, scontando il fatto che potrebbero averli fatti su tutti i campi che hanno visitato. Però produrranno una videocassetta che poi spediranno a tutte le squadre interessate, e allora vedremo se davvero pensano quello che ci hanno detto.
Vorrei ricordare a coloro che rimangono in città che mercoledì 7 agosto alle 20.30 la Fortitudo incontra in amichevole una rappresentativa di college americani che è qui in Italia per una breve tournèe. Dopodiché, sabato 10, la squadra andrà a Parma per una amichevole contro il Cus Ceci. A proposito di queste due amichevoli, dovrebbero comparire tra non molto sul nostro sito i relativi comunicati stampa. Il prossimo turno di campionato ci vede ancora in casa, contro l'Anzio, il 16 e 17 agosto. Saremo un po' limitati nell'uso delle musiche a causa dell'assenza per ferie del nostro insostituibile Massimo Ortensi, ma vedremo di cavarcela lo stesso.
Buone vacanze a chi ci va, buona permanenza a chi resta in città, che forse è più vivibile in agosto che nel resto dell'anno.
2002 Speaker's Corners:
30 giugno: Paternò - Italeri
17 giugno: Italeri - Rimini
10 giugno: Parma - Italeri
3 giugno: Italeri - Grosseto
26 maggio: Anzio - Italeri
20 maggio: Nettuno - Italeri
13 maggio: Italeri - Modena
7 maggio: Firenze - Italeri
29 aprile, Italeri - Codogno
10 aprile, preseason
3 marzo, preseason
7 gennaio, preseason- - - - - -