Lo Speaker's Corner
Bologna, 30 - 31 agosto 2002
ITALERI vs. Parma
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La trasferta di Grosseto, da cui siamo tornati con due sconfitte e sei infortunati, è stata archiviata in fretta. Nel corso della settimana, la maggior parte delle considerazioni tecniche avevano lasciato il posto, nell'attenzione di tutti, ai bollettini medici. Dal momento che la decisione di non utilizzare Shinada in Maremma era stata definita "precauzionale", si pensava di rivederlo in campo nell'importante trittico che ci proponeva il Parma, avversario all'ultima spiaggia nella corsa verso il quarto posto disponibile nei playoff. Di Frignani e Landuzzi si diceva che probabilmente, magari con l'aiuto di qualche antidolorifico, avrebbero potuto essere della partita. Dalton e Nava erano dati in recupero, lasciando il solo Betto alle prese con problemi che non spariscono in una settimana. Per tutti loro, com'è ovvio, un po' di riposo in più avrebbe potuto essere considerato manna dal cielo, ma era peraltro evidente che una tripletta ai danni dei ducali, in questo momento del campionato, con il Rimini a pari punti e in attesa di riceverci, sembrava di grande importanza (per "tenere il passo" del Rimini, si diceva, e giocarci il primo posto in Romagna la settimana dopo). Alla luce di quanto avvenuto nell'ultimo weekend agostano, stretto fortunosamente tra il nubifragio di giovedì e l'acquazzone di domenica, appare evidente che le cose non potevano andare meglio per la Fortitudo. Come abbiamo poi visto, infatti, la squadra di Mazzotti è riuscita ad imporsi per tre volte, lasciando comunque a riposo i suoi convalescenti. L'avversario, onestamente, è apparso in fase nettamente calante, non potendo a sua volta contare su un minimo di profondità nel parco lanciatori a seguito della partenza per gli Stati Uniti di Scarcella (che ha avuto un figlio e a questo punto mi sa che avrà la possibilità di goderselo per un po'), che si è andata aggiungere all'infortunio di Nyari, che mi sembra si possa definire la chiave di volta del campionato parmense. Shinada e Betto non hanno lanciato, mentre Frignani e Landuzzi hanno fatto in tutto quattro apparizioni in battuta, e nessuna in difesa. E nonostante questo sono arrivate le tre importantissime vittorie, che combinate con l'inatteso doppio passo falso dei riminesi ad Anzio (squadra attualmente più forte di altre che le stanno davanti) significano il primo posto in solitudine con due partite di vantaggio sulle due avversarie più pericolose, quelle che si sono contese la finale scudetto dello scorso anno (e anche alcuni altri precedenti).
Il discreto pubblico che ha frequentato il Falchi (davvero, con buone condizioni atmosferiche, uno dei posti più piacevoli di Bologna dove assistere ad un evento sportivo) ha potuto cogliere diversi segnali positivi. E' rientrato Dalton, con la mano ancora fasciata ma comunque tonico, con buona difesa e due su tre in gara uno. Nava ha contribuito con due out (sarebbero stati tre senza un errore della difesa) alla vittoria di sabato sera, dopo aver chiuso quella del pomeriggio con un inning senza valide. La decisione di tenere a riposo Landuzzi ha aperto la strada per due partite da catcher titolare al giovane Monari, che si è comportato molto bene (uno su quattro con un bunt ben eseguito, un bel colto rubando ai danni di Bautista e difesa rocciosa sulle palle sporche). Liverziani all'esterno destro ha mostrato una difesa inappuntabile, con qualche out per niente facile, e di nuovo scintille in battuta (Tonkin se lo sarà sognato venerdì notte, dopo un homer, un triplo e due basi ball in quattro presenze). Dall'Olio ha coperto la prima per tutto il weekend battendo cinque su dodici con due RBI, confermando l'impressione dei più che questo giocatore, anche quando saranno tutti sani, è bello duro da tenere in panchina per più di una partita alla volta (anche perché lui mantiene inalterato il suo grande desiderio giocare, e questo fa parte del suo carattere di combattente). In questa fase del campionato dell'Italeri, pensare a problemi di eccedenza fa quasi sorridere, ma non c'è dubbio che la capacità di Dall'Olio di coprire tutti i buchi è un argomento cruciale nella comprensione del primo posto in classifica, in un campionato così bello e appassionante, per una squadra che ha sofferto tanti infortuni come la Fortitudo di quest'anno. Milano, partente per la seconda volta consecutiva, ha sofferto di scarso controllo ma non certo di presenza e carattere, riuscendo alla fine a tenerci in partita per sette inning, così come Cerbone, al suo esordio come partente nella sfida del lanciatore straniero, nel corso della quale ha concesso solo due punti guadagnati (di cui uno regalato dalla difesa) sciorinando la bellezza di undici strikeout e mostrando un ottimo repertorio caratteriale. Newman si è riproposto nelle vesti di MVP, con una prova di grande spessore sul monte sabato pomeriggio e un due sue tre in battuta con quattro basi ball che la dicono lunga sulla sua voglia di esserci in questa fase della stagione. Opposto ad un sorprendente Fochi, che ha imbrigliato le mazze bolognesi meglio di tutti i suoi compagni (anche meglio di Torri, pur ottimo), Danny ha sciorinato una prestazione impeccabile, con solo quattro singoli e nessun punto in otto rotonde riprese lanciate (sei K e tre basi ball). E nelle due occasioni in cui c'è stato bisogno di far uscire dal bullpen l'uomo che chiude la partita stretta, abbiamo in entrambi i casi trovato pronto Corradini, apparso perfettamente a suo agio nel ruolo. Risultato: salvezza in gara uno, a protezione della vittoria di Cerbone, e vittoria in gara tre, a nobilitare lo sforzo di Milano. Complessivamente, 3.1 riprese con due valide e zero punti, zero basi ball e tre strikeout.
Un discorso a parte merita Darrell Dent. Non vi dico quante volte mi è capitato quest'anno di sentire (a partecipare a) discussioni sulla posizione che l'esterno centro tiene in campo. Fidandosi delle sue gambe veloci, Dent assume normalmente in campo una posizione "shallow", cioè gioca più a ridosso dell'infield. Questa è una "innovazione" introdotta nel gioco del baseball circa quarant'anni fa, da un esterno centro che, diciamo così, poteva permetterselo: Willie Mays. Non a caso, uno degli highlights più famosi della storia di questo sport è la sua presa al volo rovesciata, in piena corsa sul warning track con le spalle rivolte perfettamente a casa base (la corsa nella stessa direzione della palla è inusuale e difficilissima per un esterno). Quel "miracolo" venne reso necessario dalla posizione da cui partiva Mays al momento della battuta, diversi metri più avanti del solito. Più recentemente, anche Bernie Williams degli Yankees, un altro che a gambe non scherza, ha suscitato commenti tecnici esaurienti nel corso delle World Series del 1996 proprio perché assumeva tale posizione. I pro e i contro sono evidenti. La secca linea che normalmente cade davanti all'esterno per un singolo può trasformarsi in un out con tuffo in avanti se il difensore gioca più "corto" (diciamo che toglie un rimbalzo alla palla), ma d'altro canto più vieni avanti e più corri il rischio che ti capiti quello che ad un esterno dovrebbe capitare il meno possibile, cioè essere scavalcato dalla palla in volo. Ebbene, a Dent questo inconveniente è già capitato almeno quattro volte quest'anno, la più recente in gara uno contro il Parma, quando al posto del triplo di Edmonson che in ultima analisi è costato i due punti del momentaneo vantaggio ospite avrebbe dovuto esserci un bell'F8. Una casistica sufficiente, secondo i più, a consigliare di abbandonare tale posizione "aggressiva" nella difesa del campo centrale, per far sì che le buone gambe dell'americano diano alla difesa più vantaggi che inconvenienti. Ma le discussioni su Dent non finiscono qui. Piazzato nel ruolo di leadoff fin dal suo arrivo in Italia, conformemente a quanto accadeva in America dove Dent ha giocato, a vari livelli, per sette anni, nelle prime ventuno partite la sua media on base è stata di .333 (30 su 90), buona solo per un dodicesimo posto nelle classifiche di squadra. E allora avanti con le considerazioni che le sue statistiche non meritavano il posto che occupa nel lineup, anche perché l'ha portato via a Dallospedale che viaggia a .418. In mezzo a tutte queste discussioni, però, l'atteggiamento che il Manager ha deciso di tenere per affrontare il problema, che a lui certo non è sfuggito, è stato quello di continuare a dare fiducia al giocatore, vedendolo impegnarsi negli allenamenti ed avendo saltuariamente prove di un talento che sicuramente ancora non si è espresso appieno. Ebbene, in questo weekend abbiamo avuto anche da Dent segnali importanti. Partito in sordina in gara uno (uno su tre, ma con una sconsiderata corsa a proseguire in seconda che lo ha visto immediatamente eliminato), si è poi prodotto in un due su tre più una base ball in gara due, con due dei quattro punti segnati. Ma poi è stata la partita di sabato sera che ci ha fatto vedere il miglior Dent finora. Autore di due doppi nei primi due turni contro Torri (che ha preso solo un singolo da Dallospedale in tutto il resto del nostro lineup nelle sue cinque riprese lanciate), ha poi mostrato al pubblico presente alcuni numeri del suo superiore repertorio in materia di corsa sulle basi, guadagnandone ogni volta che la palla veniva battuta in campo, indipendentemente da dove fosse battuta (nel terzo inning, dopo il suo secondo doppio, ha segnato guadagnando la terza su un flyout a sinistra di Dalton, neanche tanto profondo, e poi arrivando a casa senza affanno su un groundout in seconda di Liverziani). Insomma, abbiamo sempre saputo che dall'esterno centro possiamo aspettarci di più, e in questo weekend ha cominciato a dimostrarci che abbiamo ragione. Complimenti a chi ha avuto fiducia in lui, e in primo luogo a Mazzotti per come ha gestito l'aspetto psicologico della questione.
Il prossimo weekend siamo a Rimini. C'è bisogno di aggiungere altro? Ho già usato questo ragionamento in occasione della visita al Falchi dei romagnoli, ma lo ripeto: se c'è una sola trasferta che fate in tutto l'anno al seguito della Fortitudo, quella di Rimini è la vostra. Per questa particolare occasione devo confessare, svelando evidentemente la mia presunzione, che non condivido molto i ragionierismi che ho sentito in giro dopo che la situazione di classifica ci ha messo in una posizione per cui anche una sola vittoria in quella trasferta sarebbe sufficiente a garantirci il primo posto alla fine della regular season. A parte il fatto che ci sono sempre tre partite contro il Paternò, che seppe battere Shinada quattro a zero, io credo che la Fortitudo disponga dei mezzi per andare a sfidare sul loro campo i riminesi con un solo obbiettivo in mente: quello di vincere. La squadra mi sembra pronta per le battaglie a venire, chiunque scenda in campo, e quella del prossimo weekend non sarà nient'altro che questo: una battaglia. Mi piacerebbe, questa volta, gustarmela da vincitore su un campo così ostico e prestigioso.
2002 Speaker's Corners:
20 agosto: Italeri - Anzio
29 luglio: Italeri - Nettuno
22 luglio: Modena - Italeri
30 giugno: Paternò - Italeri
17 giugno: Italeri - Rimini
10 giugno: Parma - Italeri
3 giugno: Italeri - Grosseto
26 maggio: Anzio - Italeri
20 maggio: Nettuno - Italeri
13 maggio: Italeri - Modena
7 maggio: Firenze - Italeri
29 aprile, Italeri - Codogno
10 aprile, preseason
3 marzo, preseason
7 gennaio, preseason- - - - - -