Lo Speaker's Corner
Rimini, 6 - 7 settembre 2002
Rimini vs. ITALERI
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La peggior Fortitudo dell'era Mazzotti sceglie la ribalta più significativa e prestigiosa per fare mostra di sé, e il risultato ha l'unico risvolto positivo di non essere decisivo. La ghiotta occasione di sancire il primato nella regular season sul campo stregato dei pirati riminesi, determinatasi a seguito del loro inatteso doppio passo falso di Anzio, è stata buttata via con una prestazione sconcertante, caratterizzata da inconsistenza, carenza di lucidità e mancanza di determinazione. La tripla sconfitta subita in casa del Rimini ci priva della leadership del campionato, relegandoci alla lotta per il secondo posto, che è possibile assicurarsi solo con una tripletta ai danni del Paternò, a meno di non dover sperare nelle disgrazie altrui (e per altri si intenda il Nettuno, che ospiterà il Grosseto). Vincere tre partite contro i siciliani nel prossimo weekend ci consentirebbe di confermare il record dello scorso campionato (39 vinte e 15 perse), con identico piazzamento in classifica e identico avversario da affrontare in semifinale.
I commenti e gli strascichi a proposito di quel che è successo in Romagna durante il weekend si sprecheranno, anche perché oltre al dato tecnico, su cui sicuramente varrà la pena di riflettere, chi segue le sorti della squadra, sia tifoso o dirigente, avrà modo di ragionare anche su aspetti caratteriali, o perfino su risvolti di carattere economico legati alle nuove prospettive playoff. Io vorrei però proporre un cappello a quello che sto per scrivere: mi rifiuto categoricamente di pensare che quella vista a Rimini sia una credibile rappresentazione della forza attuale della nostra squadra. Seppur capitato in un momento importante (ma ripeto, non decisivo), e contro l'avversario diretto, non riesco ad immaginarmi di aver assistito ad altro che ad un black-out temporaneo. Non vorrei, per esempio, attribuire significati particolari al fatto che Mazzotti non sia ancora riuscito a vincere una singola gara sul campo della squadra con cui ha conquistato lo scudetto nel 1999 (nove sconfitte su nove incontri). Non mi soffermerò peraltro sul complessivo 6 su 36 (.167) dei nostri quattro giocatori di scuola americana, o sul fatto che dei sei homer di Carr in tutto il campionato ben tre siano stati ottenuti contro Fabio Milano (l'ultimo un autentico regalo di strategia, con la prima libera, due eliminati e Pippo Crociati nel deck, al sesto inning di gara due sul punteggio ancora recuperabile di quattro a uno per i padroni di casa -- mi è tornato in mente il singolo da due punti di Rovinelli con prima libera e Baldacci nel deck in gara uno dello scorso anno). Forse varrebbe piuttosto la pena di ragionare un po' sull'atteggiamento mostrato dai due stranieri, Dalton che con due out compie un errore di sufficienza nel quinto inning di gara tre, che ci costa due punti e smonta Cerbone, già in difficoltà per conto suo con le sette basi ball concesse, e Dent che interpreta l'ennesimo incarico di leadoff, caparbiamente assegnatogli contro ogni logica statistica, con un bell'uno su tredici nel box, mostrando in compenso lampi di un promettente futuro da ballerino. Se in gara uno abbiamo trovato un Sanchez, reduce da prove opache, che sembrava intoccabile (due soli singoli in nove inning), le due gare del sabato le abbiamo perse soprattutto in difesa, e questo non è un bel segno. Invece di continuare così, però, preferisco pensare in positivo, menzionando il nucleo degli italiani a cui è toccato tenere la squadra interamente sulle proprie spalle, offrendo anche spunti consolanti come le sei valide ottenute sabato da Dallospedale (tra cui due doppi e un triplo, ma mai una volta è andato a battere con un uomo in posizione punto), oppure il ritorno sul monte di uno Shinada apparso già in possesso di molte delle sue doti migliori con l'esclusione della tenuta alla distanza (per quello ci vorrà ancora un po').
Non voglio poi tralasciare un doveroso cenno alla squadra che ci ha strapazzato con tanta naturalezza. Dopo alcune stagioni da strafavoriti, i romagnoli scontano quest'anno un pronostico più defilato, per via di partenze importanti combinate con il rafforzamento di alcune avversarie dirette. Ciononostante, Mike Romano guida ancora una volta la sua squadra alla leadership della regular season, dimostrando di reggere molto bene la pressione di un ambiente abituato a pretendere di vincere. Di questo gli va dato ampio credito, perché se la sua squadra riesce a scendere in campo serena e consapevole dei propri mezzi, trovando così il modo di esprimere in pieno il proprio potenziale, non c'è dubbio che lui ne abbia merito. Se c'è bisogno di una battuta clutch, Romano può aspettarsela anche da Illuminati (doppio a basi piene in gara uno) o Pantaleoni (triplo a basi piene in gara tre), e non solo dalle sue bocche di fuoco tradizionali. Considero il primo posto del Rimini di quest'anno un'impresa notevole, ottenuta tra l'altro da una squadra i cui giocatori non hanno particolari attitudini a spargere testosterone in giro per il campo allo scopo di dare il meglio di sé. I romagnoli cioè non hanno bisogno di metterla in rissa per giocare al top, e questo fa sì, per esempio, che cinque nostri giocatori colpiti nel weekend suscitino meno emozione di un solo lancio interno di Vigna. La sensazione che il loro compito sia stato in questo caso facilitato dalla nostra prova non stempera i complimenti che secondo me il Rimini si stramerita. A distanza di un anno, ho trovato poi assolutamente registrato l'aspetto speaker - musica, ora impeccabile, e come da sempre mi succede ho largamente approfittato di un bar ristorante che non ha uguali in Italia, come dimensioni certo ma soprattutto come qualità dell'offerta.
In definitiva, trovo che un weekend come questo spogli la Fortitudo del ruolo di favorita in qualunque serie si debba affrontare (Paternò escluso, voglio dire), ma non vedo questo aspetto come necessariamente negativo. Resto convinto che la squadra sia potenzialmente meritevole del massimo rispetto, ma d'ora in poi si tratta solo di mostrare che cosa abbiamo dentro.
Il Nettuno l'anno scorso è arrivato terzo, ma poi ha vinto lo scudetto. Le gare decisive sono ancora tutte da giocare, e non credo che in casa Fortitudo sia poi così fuori luogo aspettarsi ancora dal resto della stagione un ampio margine di godimento.
2002 Speaker's Corners:
26 agosto: Grosseto - Italeri
20 agosto: Italeri - Anzio
29 luglio: Italeri - Nettuno
22 luglio: Modena - Italeri
30 giugno: Paternò - Italeri
17 giugno: Italeri - Rimini
10 giugno: Parma - Italeri
3 giugno: Italeri - Grosseto
26 maggio: Anzio - Italeri
20 maggio: Nettuno - Italeri
13 maggio: Italeri - Modena
7 maggio: Firenze - Italeri
29 aprile, Italeri - Codogno
10 aprile, preseason
3 marzo, preseason
7 gennaio, preseason- - - - - -